peppa pig cake

 

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Lo dico subito: non mi piace, anzi la trovo talmente brutta che non capisco come gli adulti permettono una simile visione ai piccini.

Con lei ho un problema di antipatia istintiva. Si.

Parlo di Peppa Pig.

Appena l’ho vista per la prima volta ho pensato che il mondo si sta impoverendo all’inverosimile, stiamo regredendo per uno stato di un’incoscienza consapevole, perché sotto sotto lo sappiamo un po’ tutti che stiamo sempre di più educando le nostre menti e i nostri occhi a situazioni, ragionamenti, suoni, immagini prive di tutti quegli “ingredienti” che invece dovrebbero nutrire la nostra capacità di migliorare, di stare bene, di essere in armonia con noi, gli altri e il mondo.

Le favole un tempo avevano il compito di far crescere i piccoli umani.

Un escamotage creato apposta per traghettare, piano, piano, le giovani menti verso tutte quelle situazioni che nello svolgere della vita ognuno di noi affronterà.

Le favole non erano “buoniste”, spesso i messaggi erano di paura, di negazione, difficoltà, e il principe di turno per costruirsi una vita bella e serena con la sua bella doveva affrontare le pene dell’inferno anche solo per cinque minuti di relax ….

e questo non è quello che la vita ci riserva più o meno?

 

Maghi, streghe, traditori, orchi, cacciatori imbufaliti, bestie feroci, tagliagole e malvagi di ogni genere contrapposti a fate, elfi, nani laboriosi e giovin fanciulle, quasi sempre povere ed orfane, si incontravano nelle storie ambientate in boschi, giardini, castelli, casette povere o palazzi sontuosi.

La paura era sempre dietro l’angolo, come in un bel noir o un ripugnante horror, ma la storia finiva sempre bene, questo era una certezza.

Le cose si risolvevano.

Tutto andava a posto, pagando pegno naturalmente, perché un’altra morale è che non si ottiene nulla senza fare nulla, senza impegno, perseveranza, fatica, applicazione.

E poi i sogni son desideri e desiderare è un modo per crescere, un modo per spronarci a rincorrere le nostre aspirazioni, la nostra idea di armonia e di felicità.

 

E poi le illustrazioni.

Le fiabe erano illustrate in modo tale da stimolare la fantasia, non di ridurla; erano piene di dettagli, di costruzioni fantastiche che arricchivano ciò che si stava leggendo o sentendo. C’era eleganza e misura anche nelle immagini traboccanti di colori e forme.

Se le storie replicavano il susseguirsi degli alti e bassi della vita, i buoni e i cattivi incontri, le immagini amplificavano i passaggi, anzi aumentavano le aspettative buone o cattive dello svolgersi della storia. E si educava lo sguardo, il modo di vedere, con immagini “attive” che ci facevano pensare, sognare, immaginare altro.

Crescendo, dai disegni di Walt Disney sono direttamente approdata alle incisioni di Gustave Dore per l’Orlando Furioso, altra bellissima “fiaba” per adulti, o alle bellissime incisioni colorate di una meravigliosa edizione in due volumi di Guerra e Pace in una pubblicazione del 1956 di Mondadori e letta a dodici anni proprio grazie a quelle illustrazioni.

 

Insomma, oltre alle storie anche le immagini erano altrettanto importanti per stimolare la fantasia.

 

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Detto ciò la famosa maialina mi è stata antipatica dal primo momento che ho visto le prime immagini del fumetto.

Questo cartone, partorito da matite inglesi, non ha un’immagine semplice (non voglio dare alla parola “semplice” un’accezione negativa”, anzi, semplice è spesso un “processo” complesso), ha un’immagine riduttiva, impoverita, banale e priva di ogni attrattiva.

In una parola sola, è brutto. Sono brutti i personaggi, brutti i colori, brutta la semplificazione dell’immagine che è ulteriormente sottolineata dalle dinamiche dei personaggi e dalle storie.

 

Una famiglia composta da padre, madre e due figli, naturalmente maschio e femmina. Insomma una composizione statica di nucleo familiare, in parità di “generi”.

 

Peppa-amici

 

 

Papa Pig (papino) personaggio cicciottello quasi sempre tra le nuvole, poco attraente, disegnato con una barba spelacchiata e con un paio di occhiali da miope, sembra una specie di essere inetto, incapace di assolvere anche alla maschile arte di piantare i chiodi al muro senza provocare aperture di voragini, insomma un remissivo maschio sempre pronto ad ogni richiesta da parte del nucleo familiare. Fa delle meravigliose letture come “Il meraviglioso mondo del calcestruzzo” e si impegna di trovare le incognite per risolvere strane equazioni. Mi domando perchè, forse avrà bisogno anche lui di un po’ di evasione dal suo fumetto…..

Mamma Pig (mammina) è una mamma di oggi, divisa tra il lavoro di casalinga e il suo lavoro che svolge a casa tramite il computer perché è l’uomo che esce per “procacciare il cibo….”

Insomma un personaggio multitasking, il punto di riferimento della famiglia, una assidua lettrice di riviste di giardinaggio che sforna torte e biscotti in continuazione facendo ingrassare il povero marito.

Descriverla già mi mette ansia……

Dimenticavo, la povera mamma ha 39 anni, come dire che è una mamma “anziana”, mentre del padre l’età è sconosciuta……

George è invece il fratello minore della protagonista, ha due anni, gioca solo con un razzo e con i suo amato dinosauro (a proposito, questa storia che alle elementari ormai si studia solo la preistoria o giù di lì, mi fa accapponare la pelle, ora capisco molte cose ….) e quasi non parla, mangia torte al cioccolato e come tutti i bambini, o quasi, detesta le verdure. A vederlo ha la caratteristica del bimbo autistico, capace di meraviglie (suona il corno e pattina su ghiaccio) ma quasi incapace nella comunicazione con il prossimo.

Che dire di questo povero maschietto ……

E poi c’è lei, Peppa Pig.

La Peppa ama tutti, è carina, servizievole, remissiva, gentile, cordiale, ubbidiente, insomma un insopportabile esserino che vuol compiacere tutti pur di essere accettata.

Oltretutto la poverina ha giustamente una voce insopportabile che aumenta purtroppo il fastidio della visione.

 

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La famiglia vive in una casetta a due piani su una brulla altura, a Roma si direbbe su un montarozzo, e spesso è visitata dalla coppia di nonni (di parte materna ovviamente) che naturalmente sono sepolti tra le zucchine di un orto che, in quanto anziani, sono costretti a coltivare (uff le mode del coltivatore domenicale) e le galline.

Ma nessuno ha detto ai creativi della serie che i nonni di oggi vorrebbero andare in crociera con la nonna o andare a lezione di tango con la nuova fidanzata? Altro che orti……

Chiude la rassegna un nugolo di personaggi animaleschi, non porcellosi, che condiscono le semplici storie, e tra i grugniti dei Pigs e i salti nelle pozzanghere di fango, la monotona vita del quotidiano si svolge senza sussulti, tragedie o accidenti.

Niente sogni, magie, speranze, incantesimi. Solo cieli azzurri e sporadiche nuvole ovattose bianche.

Disperata e afflitta dal fatto che mi è toccato guardare il cartone animato per capire come fare la torta di compleanno della mia giovane amichetta, ho realizzato la porcellina nel suo mondo infantile su una cake a tre piani.

Per fortuna il prossimo anno la piccola Sofia passerà sicuramente ad un altro cartoon e la torta per i suoi quattro anni avrà un altro protagonista, me lo auguro. Di cuore!

 

 

 

 

2 Comments

  • 10 anni ago

    Devo proprio darti ragione cara Monica, e’ orrenda la peppa pig ma i bimbi di quell’eta’ l’adorano, la nipotina della mia vicina, dolcissima, ha la maglietta, il pupazzeto e quando la vedo che gioca le chiedo sempre, ma come mai ti piace la maialina, e lei, piccina, ha quattro anni, dice che e’ piu’ brava di sua sorella, vedi, erano meglio i cartoni di una volta come dici tu, bacioni e buon weekend!!

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