periodo di distrazioni e confusioni, questo, e le distrazioni sono contagiose!
ma andiamo con ordine.
un invito serale per oggi da programmare nel suo aspetto di cadeau dolce.
Nel mettere in ordine, si fa per dire, qualche libro, mi ricapita tra le mani la prima raccolta di ricette di Salvatore de Riso. Sal è una certezza per chi come me è cresciuto in costiera e da sempre va a Minori per comprare i dolci e ad affogarsi nei gelati e granite al limone. Dopo di lui c’è solo Pansa ad Amalfi.
Bene, malgrado un freddo e umido che non mi ricordo da tempo, decido di tirar fuori il libro di de Riso e di aprire ufficialmente la stagione estiva.
E qui la prima confusione.
Mi blocco davanti alla sua torta giffonese, una pastrafrolla di nocciole con ripieno morbido di nocciole, con crema al cioccolato alle nocciole. Un trionfo di nocciole in sintesi!
Ma non avevamo detto estate?
No, non ancora, limone e sorbetti mi sa che debbono aspettare almeno il prossimo fine settimana.
Guardo le spiegazioni della tortina e faccio qualche semplice considerazione che mi porta a dover cambiare la ricetta.
La cake la debbo fare la sera prima, deve per forza uscire con me la mattina e passare tutta la giornata in mia compagnia al lavoro per poi approdare la sera dal mio ospite. La cioccolata cremosa di copertura malgrado le temperature polari può essere un azzardo e allora tocca semplificare. Niente cremetta cioccolatosa e pannosa. L’estetica subirà un abbassamento insopportabile, la tortina non avrà quelle belle ondine cremose e morbide e le tre consistenze della fetta non avranno la loro sequenza orizzontale sotto l’affondo dei denti.
E le nocciole di Giffoni dove le vado a prendere?
Ho un pacco di nocciole tostate di Capranica, famose e altrettanto buone, prodotte nel Viterbese e mi dico, va bene, rimaniamo nel Lazio e imbastardiamo la giffonese.
Le nocciole di Capranica sono tanto importanti da essere state un punto fondamentale dell’economia di ogni famiglia di quel territorio. Il piccolo centro veniva letteralmente ricoperto di nocciole; piazze, strade, sagrati erano invasi dalla raccolta che ogni famiglia faceva e sparse come terra per l’essiccazione al sole, per far togliere un po’ di umidità dal frutto e quindi per essere meglio conservate.
Oggi non si fa più, e la raccolta delle nocciole è diventata una produzione di nicchia per gli alti costi, ma la qualità rimane sempre alta ed è motivo di orgoglio di questo territorio.
Dunque, niente nocciole di Giffoni ma di Capranica, niente morbidezza di copertura ma una spolverata di cacao amaro e una pioggia di granella di nocciole.
Insomma, passo la serata a cucinare la torta da portare con me il giorno dopo e oggi me la dimentico a casa!
Preciso, me la fanno dimenticare a casa, perché succede che normalmente in quei piccoli momenti nei quali stai per uscire e mentalmente ti fai l’elenco delle cose da fare e da prendere con te prima di chiuderti la porta alle spalle (borsa, telefono, chiavi casa, chiavi studio, chiavi mezzo, chiusura grate, sbattere i gatti ospiti temporanei fuori sul terrazzo insieme alle pappe, spento macchina caffè, scongelato qualche cosa per cena, raccattato carte e documenti, messo a posto il telefono portatile nella base, sistemata la spazzatura, controllato se c’è il pane, prendere occhiali da vista, occhiali da sole con relativa pezzetta, insomma queste cosette qui) succede che se esci in compagnia di qualcuno (uno a caso), quello sta già con il piedino fuori dalla porta con fare ansioso pronto ad accendersi la sua quinta sigaretta perché i polmoni devono fare il pieno di nicotina e catrame fin dalle prime ore dell’alba.
Ed è normale che qualche cosa succede, qualche cosa ti dimentichi perché non hai avuto a disposizione quei 30-45 secondi per ripassare l’esistenza delle tue prossime 12 ore e ciò che ti serve per affrontarla.
Oggi è toccata alla torta, che solitaria, è rimasta a casa. Ed è inutile dire che tutta la giornata si svolgerà all’altro capo del mondo, donna brontolona.
TORTA QUASI GIFFONESE
ingredienti per la pastafrolla
400 gr di farina 00 (non so, ma mi sa che qui de Riso ha fatto qualche errore con la farina perché
il composto era ancora liquido e ho dovuto aggiungere un altro etto)
1 uovo a temperatura ambiente
1 albume
240 gr di burro ammorbidito
160 gr di zucchero a velo
una presa di sale
100 gr di nocciole tostate e ridotte in polvere
4 gr di lievito
un baccello di vaniglia
ingredienti per il ripieno di nocciole
150 gr di burro ammorbidito
150 gr di zucchero a velo
3 uova a temperatura ambiente
150 gr di nocciole tostate e ridotte in polvere
la buccia grattugiata di un’arancia non trattata
2 gr di sale
procedimento per la pastafrolla
montare a spuma lo zucchero con il burro
aggiungere i semi di vaniglia, il sale e il lievito e poi l’uovo e l’albume
aggiungere la farina di nocciole
in ultimo aggiungere la farina e impastare rapidamente
lasciare riposare per 30 minuti in luogo fresco
procedimento per il ripieno
montare il burro con lo zucchero
aggiungere una per volta le uova
aggiungere il sale e la buccia grattugiata di arancia
unire delicatamente la farina di nocciole
preriscaldare a 170 °C il forno.
Ho preso una tortiera con il bordo che si apre con un diametro di 22 cm
stendere la pastafrolla con uno spessore do 0,5 cm e rivestire la teglia lasciando i bordi un po’ alti
ricoprire la pastafrolla con il ripieno fino all’orlo
cuocere a 170°C per circa 30-45 minuti tenendo la teglia a metà del forno
lasciare raffreddare la torta e spolverizzarla con del cacao amaro e ricoprirla successivamente con della granella di nocciola.
La pastafrolla risulterà scura per le nocciole nell’impasto e la spolverata di cacao la renderà ancora più nera. A me il contrasto con la granella bianco dorata mi è piaciuta!