È tardi! È tardi! Sono in ritardo! In arciritardissimo!
Povero me, povero me! arriverò troppo tardi!
Per i miei occhi, per i miei baffi, s’é fatto tremendamente tardi!
Il tempo scorre e passa ed è vero che “Se tu conoscessi il Tempo come me” rispose il Cappellaio “non parleresti di perderlo. E’ lui che fa così”.
E il Cappellaio Matto divenne matto proprio perché la Regina lo fece condannare alla pazzia per aver ucciso il Tempo.
L’antropologo francese Marc Augé ci racconta, ci spiega in un suo saggio sul futuro i tre paradossi del Tempo.
Il primo paradosso riguarda il fatto che il tempo è inerente alla consapevolezza di ognuno di noi sa di vivere un tempo che esiste prima della sua nascita e che continuerà anche dopo la sua morte. E’ la consapevolezza del finito e dell’infinito, e questo vale sia per il singolo individuo che per le società.
Ciò significa che abbiamo la capacità di capire che mentre cresciamo, invecchiamo e poi moriamo abbiamo la capacità di guardare alla nascita, crescita, invecchiamento e alla morte degli altri.
Il secondo paradosso è quello che riguarda il problema, la difficoltà degli uomini al pensare il proprio mondo senza immaginare la sua nascita e la sua fine.
Il terzo paradosso del tempo è quello che riguarda il suo contenuto, un ammasso di eventi, accadimenti che chiamiamo storia. Il tempo viene “visto” proprio perché è la sequenza di eventi che rendono così visibile e sensibile il passare del tempo.
Il tempo scandito dagli eventi, belli o brutti, catastrofici o di mutazione possono accelerare la storia, un po’ come la corsa del Bianconiglio ma, per contro, Augé ci mette in evidenza che più gli eventi si rincorrono e più “noi pretendiamo di negare l’esistenza”, del tempo, naturalmente rincorrendo e cercando di fermare attimi ed epoche felici.
Il lunedì è la giornata del Tempo, quello che mi aspetta e quello passato, quello che si costruisce in fretta guardando date, orari, eventi sulle pagine della settimana insieme al ricordo del tempo passato.
E questo lunedì 15 settembre non è come gli altri lunedì, è forse un lunedì che ti fa dire “E’ tardi, è arcitardissimo”. E ognuno di noi sa e ha il suo perché.
In ritardo rispetto a questa estate (?) ho alcune ricette estive che non ho avuto il tempo, forse la voglia, di pubblicare, tra cui questo babà fatto in duplice copia per un compleanno e per una piacevole cena tra amici belli, intelligenti, affascinanti e cari.
Babà con crema al mascarpone e amarene (con fornetto Versilia)
ingredienti per il babà
- 350 gr di farina di manitoba
- 4 uova intere a temperatura ambiente
- 100 gr di burro
- 50 gr di zucchero semolato
- 40 gr di lievito di birra
ingredienti per la decorazione e la bagna
- 500ml di panna da montare
- 250 gr di mascarpone
- tre cucchiai di zucchero a velo
- 5 cucchiai di succo delle amarene
- amarene q.b.
- un barattolo di pesche sciroppate
- gelatina di albicocche
- frutta candita
ingredienti per lo sciroppo al rum
- 200ml di zucchero liquido (700 gr di zucchero e 300 gr di acqua)
- 200 ml di acqua
- 100ml di rum
procedimento
- fondere il burro e lasciarlo raffreddare
- setacciare la farina e nel mix aggiungere le uova, il lievito sciolto in un po’ di acqua tiepida e lo zucchero
- aggiungere il sale sciolto in un dito di acqua calda e mescolare con il gancio del pane nella planetaria o nel mix
- aggiungere il burro fuso
- amalgamare bene e lasciare lievitare dentro il mix
- una volta raddoppiato il volume, azionare di nuovo il mix e rompere la pasta
- imburrare ed infarinare il fornetto e versare il composto
- mettere il coperchio e lasciare lievitare una seconda volta
- giunti al raddoppio della pasta si può iniziare la cottura sul fornello a fiamma inizialmente un po’ alta e poi bassa (usare il spargi fiamma) per circa 20 minuti
- lasciare raffreddare
- Nel frattempo fare lo sciroppo mescolando lo zucchero liquido con l’acqua e il rum.
- una volta raffreddato il babà bisogna bagnarlo
- lo faccio riposare su un piatto a scodella per raccogliere lo sciroppo e lo rivisteo di pellicola trasparente in modo da evitare l’evaporazione
- faccio riposare il babà per una notte in frigorifero
- il giorno dopo realizzo la crema montando la panna con lo zucchero a velo e poi aggiungo delicatamente il mascarpone e in ultimo aggiungo lo sciroppo di amarene
- con un pennello passare sul dolce e sulla frutta la gelatina di albicocche diluita con un po’ d’acqua e riscaldata a bagnomaria
- Il babà realizzato con il fornetto è una sorta di ciambella per cui riempio il buco centrale con questa crema e procedo alle decorazioni con la frutta candita e le pesche, ma qui potete sbizzarrirvi con la fantasia o con ciò che avete o che più vi piace