E’ spesso la prima cosa che regalo quando nasce un bambino del mio “circuito amicale” (pochi purtroppo).
Un cucchiaino d’argento, quello storto, per la prima pappa, magari con le iniziali.
E’ il mio augurio di tante pappe felici.
Il mio, quello di quando ero piccola, fu passato a mio fratello che lo usò talmente tanto (mangiava da schifo), che lo bucò. Spero che mia madre lo conservi ancora, perché a quel cucchiaino ci sono molto affezionata, mi ricorda un piccolo pezzo di infanzia serena, poi no, poi cambiò un po’ tutto.
Il cucchiaio fa parte della nostra storia, di crescita personale ma anche uno dei primi utensili che l’uomo ha posseduto.
Pappe, minestre, creme, semolini e sciroppi per crescere sono stati accompagnati alla bocca dal cucchiaio e poi più tardi, non si affonda il cucchiaio nel dolce?
Il termine cucchiaio deriva da “chiocciola” o “conchiglia” e forse anticamente era proprio l’uso della conchiglia il modo più appropriato per tirare su indicibili brodaglie.
Per il resto c’erano le mani che strappavano o afferravano i pezzi di carne.
La forchetta arrivò molto dopo nella nostra evoluzione: Giovanni Rebora, ne La civiltà della forchetta ci racconta che l’apparizione, ma soprattutto la diffusione di questa posata dentellata avvenne proprio con il diffondersi del consumo della pasta (1500).
Ma il cucchiaio rimane comunque la posata più prodotta, se pensiamo anche al suo uso in cucina nelle varie misure: non solo per le minestre, ma per mescolare liquidi, portare alla bocca consistenze morbide e poi c’è il famoso dilemma con il riso ….. forchetta o cucchiaio?
E infine la versione mignon, il cucchiaino, anche lui di diverse misure, per il caffè, per il the, per il dolce.
Diversi mesi fa ho ricevuto in dono una piccola forma in silicone per realizzare dei cucchiaini in pastafrolla. Per la verità avevo già ricevuto una forma per realizzare i cucchiai di ghiaccio e un’altra per realizzare i cucchiaini di cioccolata. Ma non avevo utilizzati ancora nessuno di loro. Prima o poi lo farò, appena l’ispirazione ha girato l’angolo ……
Il dolce, come sempre mi capita, parte per una cosa e finisce in un’altra.
In questo caso non volevo usare questa formina ma invece utilizzare della buona cioccolata per dei veloci e dolci tartufi.
Fatti i tartufi e posizionati dentro i piccoli pirottini a pois e deposto il tutto nel frigorifero li ho guardati un po’ sconsolata. Ma ti pare che mi presento con queste pallette dentro un vassoietto?
Ed ecco che escono fuori dallo “stipone pasticcero” queste formine.
I cucchiaini di pastafrolla (la ricetta la trovate qui) erano perfetti per accogliere i miei piccoli tartufi che ho adagiato di un piccolo sbuffo di chantilly.
Dolce veloce, facile e soprattutto simpatico da mangiare … in un sol boccone!
ricetta Tartufi al cioccolato e marmellata di ribes rossi
ingredienti
- 250 gr di cioccolata amara al 70%
- 125 ml di panna fresca
- 30 gr di burro
- un cucchiaio abbondante di marmellata di ribes rossi
- cacao amaro q.b.
- zucchero a velo q.b.
procedimento
- sminuzzare la cioccolata e scioglierla a bagnomaria con il burro
- far bolllire la panna
- aggiungere la panna al cioccolato e fra raffreddare il composto
- una volta raffreddato aggiungere la marmellata
- prendere delle piccole quantità del composto e formare con le mani delle piccole biglie del diametro di 2 cm e rotolarle nel cacao amaro
- fare riposare i tartufini in frigorifero
assemblare il dolce con i cucchiaini di frolla spolverizzati con lo zucchero a velo, messa una noce di crema chantilly (leggermente sporcata di cacao amaro nella crema) e completato poi con il tartufo