Ci potevamo far mancare quest’anno Halloween?
Potevamo resistere allo scherzetto?
Potevamo non cedere all’ulteriore festa trasformata in occasione commerciale, anche se siamo in Italia, dove si hanno altre tradizioni?
In effetti tutto questo girovagare di zucche e teschi è una faccenda d’oltreoceano dove questa ricorrenza è davvero suggestiva.
Quello che mi piace di questa festa, oltre al macabro al quale non so’ resistere, è la questione della condivisione, della buona vicinanza, del fatto che la comunità addobba lo spazio esterno della propria casa e i bambini vanno a bussare ai vicini.
Beh, questo fatto mi piace, questo modo di essere “vicini”, di fare comunità, anche se per una sera, mi rallegra.
Noi della tribù urbana, se sentiamo bussare alla porta ci allarmiamo …….. solo seccature e mai un vicino che ti vuole conoscere (salvo eccezioni…..)!
A New York poi Halloween invade anche i Community Gardens di Manhattan, dove streghe, spose cadavere, buffi scheletri abitano per qualche giorno i piccoli giardini che sono avvolti da ragnatele e illuminati da sinistre zucche luminose. Belle e fascinose atmosfere.
Anche qui la comunità fa festa, si ritrova gioiosamente in questi spazi lussureggianti a passare qualche ora insieme, giocando, mangiando, ballando ed esorcizzando la morte nella notte dedicata all’oscuro.
All-Hallows-Eve (dallo scozzese del XVI secolo) o notte di Ognissanti, è la festa che quasi la totalità del mondo anglosassone festeggia il 31 ottobre.
Una festa che risale ad antiche usanze celtiche (i celti stanno sempre un po’ ovunque quando si parla di tradizioni stravaganti) ma che qualcuno fa risalire ai romani e alla culto di Pomona, o dei Parentalia, insomma culti antichi che venerano la fecondità od onorano i propri avi.
Il cristianesimo invece non lo contempla in quanto lo ha associato da sempre ai culti pagani che idolatrano Satana.
Streghe, maghi, diavoli, zombie, creature che ritornano dall’aldilà sono i protagonisti insieme ai colori nero e arancione, di questa festa che soprattutto in America è celebrata come festa dei bambini.
E’ un momento dove la morte è come esorcizzata, ci viene ricordato che fa parte della nostra esistenza, della nostra vita: la morte come uno stato della vita.
I bambini si travestono e con la litania “scherzetto o dolcetto” se ne vanno di casa in casa a minacciare dolcemente i vicini che, per allontanare le piccole ed innocenti intimidazioni, li sommergono di caramelle colorate.
La concentrazione di produzione di dolciumi per questa ricorrenza è quindi d’obbligo, soprattutto la realizzazione di biscotti che hanno le forme sinistre di gatti neri e minacciosi pipistrelli.
E poi le zucche, piccole, piccolissime e grandi, enormi, quasi esagerate, illuminate sinistramente da candele poste al loro interno.
Le zucche e l’arte del suo intaglio a forma di terrificanti facce è tipica del Nord America, luogo per eccellenza della produzione di zucche nel Nuovo Continente, mentre il mascherarsi e chiedere dolcetti si rifà ad usanze risalenti al medioevo in Inghilterra (ma anche nel sud dell’Italia) quando i poveri andavano di casa in casa per chiedere l’elemosina nel giorno di Ognissanti, il 1 di novembre e come ringraziamento per il cibo che ricevevano in offerta, donavano una preghiera per i morti della casa che veniva recitata il giorno dopo, nel giorno della commemorazione dei defunti, il 2 novembre per l’appunto.
In Italia comunque non è che che siamo più soavi …… è usanza di questo periodo mangiare le ossa dei morti o fave dei morti, biscotti a forma di ossa o fava, realizzati con mandorle e nocciole che sono preparati proprio per la Commemorazione dei defunti, soprattutto in Sicilia.
Questi dolci, con molte varianti, sono comunque presenti in tutta la nostra penisola con consistenze più o meno dure, aromatizzati ai chiodi di garofano, con miele, fatti solo con gli albumi o addirittura sono dei piccoli torroni morbidi di cioccolato, come nella tradizione napoletana.
Insomma, in fatto di macabro le buffe zucche luminose al confronto delle nostre dolci ossa fanno sorridere!
Quest’anno per il blog ho realizzato una piccola flotta aerea, un nugolo di dolci pipistrelli che ha sorvolato in picchiata, ma per poco, la cucina visto che sono stati mangiati velocemente….. al volo!
Piccole creature volati, i vampire cookies disegnati con glassa nera e realizzate con una base di pastafrolla assolutamente senza un grammo di lievito perchè i biscotti non devono lievitare, devono rimanere piattissimi per poterli decorare.
Non poteva mancare il gatto, un quasi ritratto fatto a Tamino, un piccolo cucciolo tigrato che come una peste è andato a mettere sottosopra la vita di una cara amica.
Un folletto/diavoletto felino …..
ricetta per i biscotti da glassare | vampire cookies
ingredienti
- due tuorli a temperatura ambiente
- 150 gr di burro ammorbidito
- 80 gr di zucchero a velo
- 300 gr di farina 00
- un pizzico di sale
- (se volete aromatizzarli ….fate voi!)
procedimento
- montare il burro con lo zucchero
- aggiungere delicatamente i tuorli
- setacciare la farina e aggiungere al composto insieme al pizzico di sale
- non lavorare troppo la pasta, fare un panetto e avvolgerla nella pellicola
- riporre la pasta in frigorifero per farla riposare per 30 minuti
- stendere la pasta con uno spessore di mezzo centimetro e ritagliare a forma i biscotti
- cuocere in forno preriscaldato a 180°C per meno di 15 minuti, insomma quando sentite il profumo, allertatevi che sono quasi pronti……