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pan brioche e i nani da giardino

 

 

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Strane creature si sono aggirate tra i giardini del Chelsea Flower Show 2013 a Londra.

La notizia non è recente, ha circa un mese, ma per chi ha sempre pensato che fossero carini, di buon augurio, fedeli, portatori di cose belle, non può far altro che esultare al pensiero che finalmente sono dei nostri, ce l’hanno fatta!

Si perché nell’ultima edizione del Chelsea Flower Show, l’anno del centenario, è stato tolto il divieto di esporre i popolar nanerottoli, tanto amati dai giardini di periferia e non, dagli orti e dai laghetti dove vanno allegramente a pescare.

Con una certa aria snob, gli inglesi del gota dei giardini hanno consentito questa piccola invasione, trasformando i festeggiamenti del centenario come invece il debutto nella bella società degli gnomi che sono stati accolti come vere e proprie stars.

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anteprima dei nani al Chelsea Flower Show di Londra 2013
foto di Andrew Testa per il The New York Times
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il nano decorato da Elton John ….. è quello centrale con gli occhiali naturalmente!

gnomes-chelsea

 

 

Si perché quest’anno di novità al Chelsea se ne son viste poche mentre invece i piccoletti hanno tenuto banco profanando un po’ tutto, persino la nuova coppia regale con tanto di futuro erede.

gnomes

 

Per festeggiarli ancora di più, sono state fatte decorare da personaggi illustri dei piccoli gnomi, messi poi all’asta, come nella migliore tradizione inglese, iniziativa  che raccoglierà i fondi per aiutare nell’arduo compito di educare i bambini al giardinaggio. Altri popoli.

Se voleta anche voi personalizzare un vostro gnomo da giardino come Elton John potete farlo acquistando un kit comprensivo di statuetta e colori per 19 sterline! Perché no?

vendita-gnomi

 

Ma la “liberazione” al Chelsea Flower è solo temporanea, non vi preoccupate, perché dal prossimo anno il divieto di esporli ritornerà e i poveri nanetti dovranno ritornare sotto l’ombra di cespugli ed alberi dei giardini privati.

E dire poi che neanche il povero Lampy, unico superstite dei 21 gnomi portati nel 1867 nel Regno Unito dalla Germania da Sir Charles Isham, baronetto di Lamport, il più antico gnomo d’Inghilterra, è stato invitato alla famosa manifestazione, tanto che gira la voce che si è assentato dal suo giardino di Lamport Hall nello Northamptonshire per andare a protestare con tanto di cartello davanti all’ingresso del Chelsea.

 

Molti li amano, tanti li detestano, alcuni li temono.

E’ innegabile, belli non sono, se non altro per quella loro immagine un po’ sopra le righe di buffi, e a volte raccapriccianti abitanti dei nostri giardini. E si, perché il famoso nanetto, non quello della Walt Disney, più carino e rassicurante, è invece un piccolo essere dove il difetto dell’altezza è esagerato dalla corporatura decisamente goffa, da un viso rubicondo incorniciato da folti barboni che coprono tutto il collo e dai rossi cappelli a punta che cercano di far guadagnare qualche centimetro in altezza la desolante bassa statura.

Garden gnome

 

La loro storia è molto antica, si può arrivare in epoca ellenistica e romana dove in pittura e in scultura venivano raffigurati immagini deformi di piccoli esseri. Forse i primi antenati erano per l’appunto le statuette del Lari che nell’antica Roma erano venerati come i protettori della famiglia insieme ai Laris agrestes, i protettori delle campagne.

La raffigurazione di personaggi deformi, a volte mostruosi, hanno accompagnato tutto il Medioevo nella iconografia di quelle immagini che servivano da monito ai peccatori, ricordando che la malvagità si annidava nei corpi deformi. Vi ricordate la descrizione della figura di Salvatore nel Nome della Rosa di Umberto Eco? Ma  per la verità piuttosto che gnomi si parla di altre categorie di essere mostruosi!

Piccole statue di esseri strani incominciano a popolare i giardini del Rinascimento e Barocchi, come per esempio, il nano Morgante nel Giardino di Boboli a Firenze o quelli che popolano la Villa Valmarana, detta anche la villa dei nani, vicino Vicenza.

 

 

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nano Morgante al Giardino di Boboli
Villa-Valmarana
Villa Valmarana

 

Ma è solo con l’avvento della produzione industriale di nani in terracotta, soprattutto in Germania, che l’invasione degli gnomi fu capillare e non legata ad esclusivi arredi da giardino scultorei.

Grazie anche alla diffusione delle fiabe, soprattutto quelle dei Fratelli Grimm, che raccontavano di frammenti di tradizioni e credenze popolari, che questi piccoli esseri, legati alla terra, abitanti di boschi e di caverne, entrano nell’immaginario collettivo e sono accolti un po’ ovunque, come portatori di fertilità e quindi di ricchezza.

Sempre in Germania alla fine dell’Ottocento sono molte le fabbriche che si sono messe a produrre questi curiosi ornamenti, tanto da realizzare dei cataloghi di vendita e ampliare così il proprio raggio di distribuzione e quindi di mercato.

Krasnala oferta firmy Tonfigurenfabrik Etruria z Neuwedell-Seegerhall (Drawno-Przyjezierze). r.: Zwergen-Park, Trusetal

 

garden_gnomes

 

Non a caso poi Walt Disney nel 1937 crea una delle sue più famose fiabe animate, Biancaneve e i sette nani, personaggi infaticabili che vivono in una foresta incantata e ogni giorno vanno al lavorare fischiettando allegramente in miniera.

Per la cronaca Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo e Pisolo non si sporcano le mani di carbone ma estraggono diamanti e gemme.

E siamo arrivati ad oggi. La produzione dei nani da giardino ha trovato una svolta non solo nel cemento, ma anche nella plastica per cui ormai la produzione non si limita solo a quella dei sette nani e ai loro discendenti, ma anche ai loro compagni di foresta, ed ecco che appaiono cerbiatti e cavallucci, funghi, draghetti, micro arredi come carriole e carrettini, fiori variopinti e ceste. Una cosa da far venire il mal di testa!

nanetti in uno degli orti di Sørensen vicino Copenaghen
Baddy gnomes _ lampade da esterno_interno

 

nano tavolino di philippe starck

Insomma, la fantasia non ha limite e sebbene li troviamo dividere il giardino con la statua di padre Pio o di San Giuseppe o di una madonna dal velo azzurro, proprio per il loro essere sopra le righe, kicth, forse anche un po’ volgari ed irriverenti a volte, gnomi, goblin e folletti, creature da sempre pacifiche stanno vivendo un periodo difficile.

Dal 2010 a Furore, piccolo paese della Costiera Amalfitana, i nani sono banditi, non possono trovare alloggio nei giardini o fare capolino dagli ingressi delle tante ville per una questione di decoro, mentre per contro si sta diffondendo una stirpe cattivissima, generata forse per ribellione di nani cattivissimi, alcuni persino zombie o assassini, che si aggirano nei giardini uccidendo o cannibalizzando i loro colleghi paciosi e paffutelli. Una sorta di guerra civile gnomesca o uno gnomicidio!

gnomo dopo la battaglia

E su questa scia si innesta l’ultima campagna pubblicitaria dell’Ikea e del suo spot che racconta della ribellione dei poveri abitanti del giardino familiare che si vede invaso dai tanti mobili di plastica da esterni della famosa industria nordica. Una deturpazione ambientale che genera una lotta senza esclusione di colpi tra gli gnomi e gli abitanti umani, fino all’ultimo fotogramma.  Io faccio il tifo per loro!

Lo spot ha però destato molte proteste da parte dei consumatori, soprattutto in Gran Bretagna, che hanno ritenuto violente alcune scene che però non sono state giudicate tali dall’autorità preposta al controllo.

Inoltre Ikea ha fatto sapere che nessun nanetto è stato sacrificato, in quanto le scene nelle quali i piccoli esserini sono lanciati e frantumati contro una recinzione è frutto di un lavoro di post produzione, come dire di fotomontaggio.

E con loro oggi ci sono gli ormai tanti Comitati di liberazione dei nanetti (sorti in Francia e in Germania, ma poi il movimento si è espanso) che con l’intento di liberarli nei boschi, ossia di sottrarli dai tanti giardinetti e di liberarli nei loro habitat naturali da una parte “bonificano” i tanti spazi verdi privati, dall’altra li liberano da una prigione che non hanno scelto.

 

Insomma, questi piccoli abitanti dei giardini, tipi laboriosi che canticchiano andando a lavorare mi hanno ispirato nel mio primo pane dolce da colazione, un pan brioche che ho realizzato con il mio lievito madre che sto amorevolmente cullando da marzo!

panbrioche

Il procedimento è lunghetto, ci vogliono le ferie o un fine settimana per realizzarlo, ma il profumo della colazione la mattina è un’altra cosa con le fette riscaldate nel tostapane!

panbrioche

 


Pan brioche

 

ingredienti

200 gr di lievito madre

600 gr farina di manitoba

3 uova a temperatura ambiente

100 gr di zucchero semolato

150 gr di burro

150 ml di latte intero

un pizzico di sale

una chiara d’uovo sbattuta

procedimento

Scaldare il latte e aggiungere il burro che si deve sciogliere.

Farlo raffreddare e poi versarlo in una ciotola insieme al lievito madre.

Io ho messo il tutto nella planetaria ed ho aggiunto poco per volta, le uova, lo zucchero e la farina.

formare una palla liscia e sotto un canovaccio far lievitare la pasta per 7-8 ore. Regolatevi, potrebbe essere il caso di impastare la sera e ritrovare così il panetto lievitato la mattina. Si può tentare anche di forzare la lievitazione facendo una camera calda, ossia chiudendo la ciotola con della pellicola e metterla dentro il forno un po’ riscaldato per un quarto del tempo necessario.

Una volta finita la lievitazione si tagliano delle porzioni di pasta da 150 gr, si fanno delle pallette spianando un po’ la pasta, la si piega come un libro e si forma la palla.

Si prende una teglia per plumcake già imburrata e si realizzano dalle 4 alle 5 palle che si mettono in sequenza, l’una di seguito all’altra.

Rimane della pasta. io ho realizzato dei piccoli panini a forma di treccia che si possono comodamente surgelare. Sono delle ottime monoporzioni.

Lasciare lievitare per altre 4 ore almeno in un luogo protetto (io uso sempre il forno).

Preriscaldare il forno a 180 gradi e spennellare il pane con la chiara d’uovo sbattuta.

Cuocere per circa 30 minuti.


12 Comments

  • 11 anni ago

    Ma grazie! Grazie davvero! 🙂

  • Ciao, ti ho appena premiata sul mio blog. Ti ammiro molto.

  • 11 anni ago

    É sempre cosí! Quando cerchi una cosa, mai che trovi quello che vorresti……. Dai, sono convinta che il nanetto prima o poi sará lui a trovare il tuo giardino e non lo lascerá piú!! Smile smile

  • 11 anni ago

    ciao
    ora che ho il giardino finito, non trovo un nanetto che stia bene in un angolino, prima ne vedevo a migliaia e ora neanche uno… perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè?????
    il tuo pan brioche è a dir poco venuto da dio!!!! una fetta a me!!!!

  • 11 anni ago

    Ma grazie! 🙂

  • 11 anni ago

    Io adoro i nanetti e se avessi un giardino, li metterei eccome! e comunque complimenti per il pan brioche, ti è riuscito benissimo! 😛 buonoooo! Complimenti!

  • 11 anni ago

    🙂

  • Bruna
    11 anni ago

    buonissima la treccia, una colazione da favola, grazie

  • 11 anni ago

    Ma si, fai prima un panetto con il lievito di birra stemperato nel latte tiepido (mezzo bicchiere) e con un po’ di farina (circa 100 gr al max) e fai raddoppiare il volume in una prima lievitatura. Procedi poi con la ricetta. Fammi sapere com’é andata anche con l’altro lievito!

  • 11 anni ago

    I nanetti da giardino non mi sono mai piaciuti ma trattarli così male anche solo per uno spot non lo trovo edificante … posso usare la tua ricetta sostituendo il lievito madre (che non ho) con del lievito per il pane? Grazie, Danila

  • 11 anni ago

    😉

  • 11 anni ago

    Io faccio il tifo per i nanetti, 🙂 che buono il tuo pan brioche, una meraviglia, baciotti accaldati, finalmente!!!!

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