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Orta San Giulio e il suo lago

È il Lockness italiano, il lago dei draghi.

Il Lago d’Orta è uno specchio d’acqua formato durante le glaciazioni del Quaternario, dal ghiacciaio del Sempione e stranamente, invece di avere un emissario a sud, il piccolo lago fa uscire le sue acque a nord, a Omegna, acque che poi, di torrente in torrente, sfociano nel Lago Maggiore.

Su queste acque calme si intrecciano, da tempo, fantastiche leggende che narrano l’esistenza di draghi e serpenti mostruosi che nuotano minacciosi a protezione dell’isolotto di San Giulio, poco distante dalla riva del lago e rimasto deserto fino al 300 d.C., proprio per la presenza dei mostri acquatici.

Orta san Giulio

Ma come tutte le storie fantastiche c’è sempre un cavaliere, un eroe, o un santo che combatte il drago e libera il territorio da presenze spaventose, ed ecco che in soccorso del lago e dei suoi abitanti arrivano due fratelli dalla lontana isola di Egina in Grecia. Giulio e Giuliano hanno una missione, quella di costruire cento chiese e arrivano sulle rive del Lago d’Orta verso la fine del IV secolo. Qui Giulio vede l’isola e decide che quello era il luogo per la centesima chiesa. Ma nessuno, proprio nessuno è disposto a traghettarlo sulle acque del lago proprio per la presenza dei draghi padroni di quelle acque. Fu così che Giulio stese il suo mantello, un po’ come sta facendo Christo con le sue pedane gialle dell’installazione che sta costruendo in queste settimane su un altro lago, quello d’Iseo. Arrivato sull’isola, che oggi porta il suo nome, Giulio combatte i draghi a colpi di parole, li sconfigge e fonda la sua chiesa, sulla quale oggi si erge la Basilica.

Isola di san Giulio

Oggi l’Isola di San Giulio è un grazioso borgo medievale grande 275 metri di larghezza per 140 di lunghezza nel quale i palazzi che lo popolano, hanno i nomi dei santi perché anticamente erano le dimore dei canonici.

Isola di san Giulio

Giardini, scorci incantevoli sul lago, cortili e stradine tortuose si snodano intorno alla basilica di san Giulio, al suo campanile romanico e al Monastero delle Benedettine, presenza silenziosa in questa isoletta.

Isola di San Giulio

Settanta suore benedettine lavorano e pregano nel convento, dove ci sono diversi laboratori per il restauro di icone, tessuti, stampe. Un luogo nel quale alcune religiose laureate in biologia e architettura studiano e disegnano i ricami che devono riprodurre, realizzano tinte per i tessuti, stampano e traducono testi. Le stesse suore benedettine hanno poi avuto la possibilità di avere delle lezioni da parte dei maestri dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze che vennero fin qui per istruire le sorelle che si prendevano cura dei tesori custoditi nel Convento. Una piccola comunità altamente specializzata attiva nel suo eremo.

Isola di san Giulio

Un altro miracolo, questa volta avvenuto negli ultimi decenni, è accaduto in questo lago.

Dall’inizio del Novecento, con l’arrivo delle prime industri sulle rive del lago, soprattutto industrie tessili che producevano il rayon, le acque furono fortemente inquinate tanto che il lago stesso stava morendo: per la forte presenza di agenti acidi, il ph delle acque era talmente alterato che non era più possibile avere forme di vita e il lago era diventato il lago più “acido” del mondo.

Ci sono voluti venticinque anni di bonifica e un’operazione di liming (tecniche di geo-ingegnerizzazione che nel caso specifico consiste nell’immettere tonnellate di carbonato di calcio nel lago) per far sì che le acque ritornassero a un grado di ph equilibrato. Oggi, finalmente, sono ritornati i lavarelli, l’agone e tutti quei pesci di acqua dolce che un tempo popolavano queste acque.

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Lasciando l’isoletta di San Giulio possiamo passare una splendida passeggiata visitando il centro di Orta San Giulio, il piccolo borgo che fronteggia da vicino l’isoletta, un centro turistico conosciuto e frequentato da scrittori, poeti, pittori, filosofi fin dall’Ottocento.

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Dal porticciolo ci troviamo nella pittoresca piazza Motta con il Palazzo della Riviera di san Giulio chiamato anche Broletto, il cui portico accoglieva il consiglio dei membri del feudo vescovile di Novara nel XVI secolo.Da questa piazza, si parte per una passeggiata tra le stradine strette pavimentate dai tipici sassi della zona e fiancheggiate da palazzi patrizi e chiese risalenti alla fine del 1400. Continuando a camminare e seguendo la strada principale (il borgo è interamente pedonale) superando la sede del Comune con un bel giardino con un punto panoramico che si affaccia sul lago, si arriva a San Rocco, un ex Convento del 1500 oggi un complesso alberghiero, per poi proseguire fino a un piccolo percorso Lungolago dove passeggiare fino alla punta più settentrionale del centro abitato.

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Orta san Giulio

Ritornando indietro un’atra bella passeggiata da fare è quella che sale sul Sacro Monte di Orta, una piccola altura che domina il paese, oggi Riserva Naturale per i suoi boschi di latifoglie e conifere, e per essere un luogo sacro perché lungo il cammino troviamo venti cappelle dedicate a san Francesco, affrescate e adornate da 376 statue di legno che raccontano la vita del santo. Oggi il Sacro Monte di Orta è uno dei nove Sacri Monti prealpini del Piemonte e della Lombardia e come tale, fa parte del Patrimonio Unesco.

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Se ciò non basta per farvi decidere di passare almeno un bel fine settimana in questa località, questa terra è anche chiamata la patria dei cuochi. E che cuochi, chef in realtà!

A Orta San Giulio, poco fuori il paese, c’è Antonino Canavacciuolo a Villa Crespi, ma ogni anno ad Armeno c’è un grande raduno, una sorta di rimpatriata dei cuochi che da qui sono partiti e sono andati a lavorare in tutto il mondo.

Cosa mangiare?

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Orta san Giulio
un piatto di salumi e formaggi tipici da Pan e Vino a Orta San Giulio

Sicuramente il pesce di lago, ma anche carne, soprattutto affumicata con il legno di faggio o meravigliosi formaggi e salumi, non ultima una profumatissima mortadella ortese, il tutto accompagnato da composte e mieli della zona da riportare con se a casa.

Unico neo i collegamenti. Se venite in treno, e il viaggio lo avete organizzato da soli, è praticamente impossibile affittare una macchina e sono scarsi i collegamenti con i trasporti pubblici, quindi si è costretti a prendere dei taxi. Vi ho avvisati.

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